Eugenia Liaci

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Opere su tela » Oli essenziali 1 (argento) Ag

Alla soglia
Alla soglia
 
Comunione
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Il bosco
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Il vaso ermetico
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Memorie essene
Memorie essene
 
La porta alchemica
La porta alchemica
Terre desertiche
Terre desertiche
Divisione
Divisione
La temperanza
La temperanza
La ballata del vecchio marinaio
La ballata del vecchio marinaio

Alla ricerca di essenze. Il percorso passa, in primo piano, dalle percezioni: la materia prima, la superficie del colore. Una sfida realmente; una serie di incontri. Sorpresa per la grande varietà nella qualità delle polveri: ossidi, ceneri, sabbie. Ascolto dei loro dialoghi con l'elemento liquido: resine, colle viniliche, colle vegetali. Sacrificio della infinita varietà e potenzialità, nell'incontro fra materia e legante; imprigionamento di esseri della potenzialità e varietà in una forma unilaterale, il muro, che pure, alla coscienza svela un nuovo potenziale: un'immagine, una figura, un gesto. Su ogni muro una forma in divenire tenta di afferrare la materia in tutta la sua potenzialità, fino alla estrinsecazione di un gesto, di un suono, di un movimento. Rimango sorpresa e attiva davanti al processo che si svolge, sono allo stesso tempo levatrice e partoriente di fronte a quell’essere misterioso che viene ad apparire sul muro. E ogni volta una narrazione si vorrebbe imporre con troppa arroganza. Tento di spegnerla. Rinuncio alla forma narrativa del colore sacrificando le immagini e colgo il suono del colore. Lascio il terreno sicuro del già conosciuto, accostandomi a ciò che rimane ancora invisibile.

Un altro processo scaturisce, se lascio che le immagini nate dal colore mi parlino: ascolto. Una serie di figure prende vita dallo stesso colore, in quadri diversi. Varie piantine nella stessa aiuola del giardino. Le osservo, cerco di andare oltre il messaggio a cui alludono. Scruto il movimento del blu oltremare, che si articola in modi diversi da un quadro all'altro: ora si espande con grandi ali, ora si frantuma in mille pezzi; si ricompone di nuovo in un protagonismo sincero per scindersi nuovamente, evocando fratture e compattezza interiore della coscienza, in vari momenti della vita. Il filo conduttore che lega le singole opere è il divenire del gesto, che è biografia; una retrospettiva cosciente lo può svelare.

Ogni elemento recita il suo monologo e, slegato dalla sua evoluzione - il rapporto con i suoi simili - mostra la sua valenza, ma non esaurisce il suo compito fino in fondo. Ed ecco nascere trittici, dittici o gruppi articolati complessi di dipinti, che hanno in comune il fatto di essere fratelli, cugini di primo grado, o comunque una qualche parentela li accomuna.

Questo proliferare di impulsi, di idee, che si connette da un quadro all'altro, da un colore all'altro, è attività: è movimento interiore che si manifesta nello spazio, ma trae origine dal tempo; che giunge alla coscienza nell'atto retrospettivo, ma è già presente durante il processo. Sembra originare da un mondo invisibile, la cui sostanza è tessuta di idee, potenzialità, essenze: un mondo in divenire nello spazio della coscienza individuale. Qui incontro un'essenza: lo spazio universale risuona nello spazio individuale.

Mi sento dentro e fuori nel gesto creativo - nell'oggetto della percezione e fuori di esso - nell'essenza incorporata come messaggio invisibile.

Cerco di rendere visibile nella mia opera, l’essenza che percepisco nel mondo.

Cerco di rendere visibile a me stessa il senso di ogni istante, di ogni gesto: richiede presenza, che è anche pro-essenza.

Mi perdo, vado lontano, poi torno.

Dimentico, ricordo di nuovo.

Tutti i giorni occorre innaffiare la piantina: con fiducia e volontà.

Eugenia Liaci


Esposizione personale
Studio QUO VADIS ?
Milano, 27 ottobre 2001